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 Un angelo mi proteggie
Astra   Sabato, 01 Dicembre 1990 00:00
 
Lo vidi la prima volta tanti anni fa... Ma procediamo con ordine. Studiavo allora nel collegio salesiano di Torino. Ero un ragazzo triste e solitario. Tra i maestri, uno soltanto mi capiva a fondo, don Silvio Mantelli. Sapeva fare giochi di prestigio (per questo lo chiamavano mago Sales) e s'era proposto d'insegnarmi le basi del mestiere per combattere la mia malinconia. Ricordo che ogni tanto ci appartavamo e lui cominciava, con infinita pazienza, a farmi vedere giochi e trucchi. Gli ero gratissimo per questo, ma seguivo con scarso e decrescente interesse le sue mani prodigiose. Finché una notte non feci un sogno meraviglioso. Lo vidi. Era il mio angelo custode (così almeno si definì la luminosa figura alata che m'era apparsa). Mi disse che avrei fatto bene a imparare quello che m'insegnava il mago Sales: sarebbe stato il mio mestiere. E mi pronosticò un avvenire fortunato. Raccontai il giorno dopo al buon don Silvio il sogno e - cosa incredibile - ripetei con disinvoltura e destrezza alcuni dei giochetti che gli avevo visto fare e che non ero mai riuscito a fare. Un grande desiderio di dedicarmi all'arte della prestidigitazione e dei trasformismo m'invase. Decisi in pochissimo tempo: abbandonai gli studi classici e m'iscrissi al circolo magico Bartolomeo Bosco di Torino. Pochi mesi dopo, il circolo organizzò a Saint Vincent un concorso per giovani prestigiatori. Ero timido, mi consideravo impreparato e ritenevo opportuno non parteciparvi. Ma lui riapparve. In pieno giorno. Era un adolescente come me (io avevo meno di 18 anni), più alto, però, con morbidi capelli lunghi, castani. Era alato e con un curioso abito che in seguito copiai per un mio spettacolo. Mi disse d'andare a Saint Vincent. Sarebbe stato al mio fianco. M'avrebbe fatto fare bella figura. Andai, feci bella figura (risultai primo al concorso). Uno scopritore di giovani promesse mi vide e mi scritturò per il suo ' club, Paradise Latin, a Parigi. Era il 1980. Fu quello l'inizio di una veloce e fortunata carriera. Arrivarono presto altre richieste: a Londra, a Montecarlo, poi in Italia, prima alla Rai, poi in teatro. Lui è rimasto sempre al mio fianco e continua a farlo. Mi suggerisce trucchi, dialoghi, costumi. Mi parla anche di filosofia, di religione, di morale, d'altruismo. Spesso lo vedo nello specchio mentre mi trucco in camerino prima d'andare in scena. Anche per questo ciò che faccio, spesso, è bello. (il disegno in alto è di Angelo Siviglia).

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