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 In un sorriso il miracolo della vita
Avvenire Catholica   Martedì, 19 Dicembre 2000 00:00
 
I più lo conoscono come don Luciano Cantini. Ma ha un nome d'arte: Pompelmo. Da molti anni il parroco della comunità di Sant' Agostino a Livorno è anche un clown e in questa «veste» si esibisce sotto i tendoni di tutta Italia. In più è membro del Consiglio pastorale dell'Ufficio circhi e luna park della Cei e spesso è chiamato dal «popolo del circo» per celebrare matrimoni e battesimi. Domenica don LucianoPompelmo ha partecipato al Giubileo del mondo dello spettacolo: «È stata l'occasione - racconta - per restituire a San Pietro il suo ruolo di piazza vera e propria, luogo d'incontro e comunicazione. Quindi anche di spettacolo. Uno spettacolo creato non tanto dall'attore, dal giocoliere, dalla banda musicale, quanto dall'incontro di tutti questi artisti. Una grande festa: ben preparata dagli uomini, ma ben riuscita solo perché al centro c'era quella gioia che solo il Signore può donare. È stato bello -continua don Luciano - avvertire il desiderio che quel momento non finisse. Alla fine della celebrazione nessuno voleva andarsene, non c'era la fretta di correre al treno o di andare a pranzo. Al contrario: lo spettacolo e la festa dovevano continuare. E così è stato anche dopo che il Papa se n'era andato. Alcuni gruppi si sono riuniti in punti diversi giocando, suonando e continuando a gioire, quasi quello fosse divenuto un luogo magico da cui non partire mai più. Mi è piaciuta - conclude Pompelmo - la grande croce, disegnata da un ragazzo di Cremona, che accompagna la missione popolare e il Giubileo dei circhi e dei luna park.Un simbolo significativo inserito in quel grande contesto, dove ogni forma d'arte è stata messa sullo stesso piano. Madonnari, mimi di strada, attori televisivi hanno trovato la medesima dignità». Domenica in Piazza San Pietro c'era anche fra' Giuseppe Rosati, cappuccino. Da vent'anni la gente del circo è la sua gente. La macchina fotografica (vedi sopra) l'ha immortalato davanti a Wojtyla con il clown tunisino Neji Giulouzo. «Un momento indimenticabile - confessa-anche perché non era in programma! La Provvidenza mi ha fatto incontrare lo sguardo del Papa, la sua carezza, la sua benedizione... Mi ha confermato nella missione fra la gente del circo, che negli anni scorsi ha conosciuto momenti di difficoltà». Con i superiori? «Anche. Quest'anno, invece, il nuovo provinciale mi ha dato - come "obbedienza" - non solo la gente del circo ma anche del lunapark. Lì celebrerò la Messa di Natale». «Sono un nomade di Dio - dice di sé : come me Gesù, come San Francescosco». Fra' Giuseppe, oggi nel la comunità cappuccina diTerni, vive un «carisma di fraternità itinerante» che non solo ne ha fatto il pastore di molte famiglie circensi italiane (come gli Orfei e i Togni), ma ne ha rivelato le qualità di clown. «I Colombaioni, in particolare, mi hanno aiutato ad andare oltre l'imitazione degli altri, fino a tirar fuori il "mio" clown». Beati i "costruttori" di gioia. Domenica il Papa ha riconosciuto il ruolo di chi dona gioia agli altri. «E la nostra carità. Come pregava Francesco: dov'è tristezza, che io porti gioia». Non hanno potuto andare a Roma. Ma avrebbero voluto esserci. Sono il passionista padre Maurizio De Sanctis, in arte «Schizzo» (così tenta di emanciparsi dal primo nome d'arte, «padre Nike») e il salesiano don Silvio Mantelli, «Mago Sales». In loro risuona l'omelia del Papa. Ad esempio là dove dice: diffondere autentica allegria può essere una forma genuina di carità sociale. Ma cos'è questa gioia vera? «La gioia che nasce dalla certezza di essere amato da Dio» risponde il cantanteballerino Schizzo, conquistato al rap e all'hip hop dall'incontro personale con Jovanotti. Padre Maurizio ha all'attivo cd, musical e centinaia di concerti. «Che sono solo una via alla fede, nulla di più. Aiutano i giovani a incontrare Dio attraverso la bellezza e la gioia». Sempre nell'omelia il Papa ha invitato gli uomini di spettacolo al rispetto per i destinatari. Una lezione fondamentale, secondo Mago Sales, le cui esibizioni sono sempre legate a iniziative di solidarietà. «Amare la vita. E amare chi hai davanti: ecco le nostre carte vincenti. Io mi rivolgo soprattutto ai più piccoli. Rodaci diceva: non sopra le teste dei bambini, ma dentro. Dunque: immergendosi nel loro linguaggio, nei loro giochi, nella loro spontaneità. Nella loro spiritualità. E andando verso il cuore dei bimbi, diceva don Bosco, conquisterete l'intelligenza dei grandi». Chiara Domenici (ha collaborato Lorenzo Rosoli)

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