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 "Con i miei giochi attiro i bimbi verso il Vangelo"
il Nostro Tempo   Domenica, 19 Marzo 1995 00:00
 
Tutti SANNO come i bambini di ogni Paese restino incantati davanti ai numeri di prestigio anche se ai loro occhi appaiono come una magia. Così un prete salesiano don Silvio Mantelli ha fatto il seguente ragionamento: «I giovani soprattutto i più piccoli non appartengono ancora ad un'etnia particolare e il loro entusiasmo non ha frontiere. Se il linguaggio o il colore della pelle è diverso non c'è diversità di vivere la gioia o partecipare a un gioco». Don Silvio, quando ha cominciato a fare il prestigiatore? Praticamente non ho mai smesso da quando avevo sette anni. Ora ne ho 47, ma considero questa attività come una parte della mia missione. Infatti da quattro anni organizzo spettacoli per raccogliere fondi. Sono anche andato in Sudamerica e in Africa presso le missioni per attirare i bambini intorno al Vangelo. In pratica si tratta di colpire la loro fantasia per poi poter predicare la Parola. Anche qui a Torino ogni giovedì sera, fino al 20 aprile (al teatro Monte Rosa di via Brandizzo 65), faremo spettacoli di magia e di illusionismo. II mestiere di prestigiatore ha mai creato problemi con la sua vocazione? Mi sono spesso chiesto se non ci fosse una contraddizione, ma poi ho pensato che ottenere il sorriso di un bambino è un risultato meraviglioso. E comunque mi considero sempre prima di tutto il prete salesiano don Silvio. Come variano le reazioni dei piccoli spettatori a seconda del Paese? C'è una grande differenza fra i popoli dell'Africa e dell'America latina. Quando sono andato in Madagascar e in Kenia ho potuto constatare come i bambini scambino i giochi di prestigio per magia. Da quelle parti vi sono ancora molti stregoni e così la magia viene considerata come qualcosa di verosimile, anche se non ci si crede fino in fondo. Nei popoli sudamericani la caratteristica più spiccata è la passività: sopportano tutto e reagiscono solo con bonaria curiosità. Ha vissuto qualche avventura particolare durante i suoi viaggi nei Paesi poveri? In Perù i campesinos mi hanno accompagnato per timore che i terroristi dì «Sendero luminoso» mi aggredissero. In Madagascar mi hanno preso la valigia con dentro i giochi così ho dovuto inventare nuovi trucchi. Ma altrove ho visto in faccia la disperazione del Terzo mondo. E successo per esempio in Nigeria dove ho visto città enormi, veri e propri serbatoi di disperazione. II senso dei miei spettacoli presso i popoli africani è anche quello di uscire da questa logica di alienazione. Invece in Europa qual è lo scopo principale della sua attività di prestigiatore? Innanzitutto quello di smuovere la gente dalle loro case, e non è un obbiettivo da poco. Infatti convincere le persone a "uscire dal guscio" è estremamente difficile. Gli europei sono sempre più chiusi in se stessi e cercano nella televisione una specie di nuovo focolare. Non vogliono ammettere che la società moderna li ha delusi e di aver bisogno della Chiesa e dei suoi insegnamenti. I miei spettacoli possono servire ad attrarli verso un discorso mistico: l'importante è spezzare l'indifferenza e fargli capire che non c'è solo la televisione. Quindi cerco di attirare la gente verso il Vangelo facendola divertire.

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