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 La vita e la vocazione di don Mantelli Da missionarioa "mago" per i bimbi
011 Racconta   Mercoledì, 16 Aprile 1997 00:00
 
Faceva caldo quel giorno nella campagna del Vietnam del Nord, mentre un contadino si avviava su una strada polverosa. Stava tornando dal lavoro e non aveva pensieri quando improvvisamente sentì uno scoppio di risa: un po' stupito si avvicinò ad un gruppo di bambini che parevano felici come non mai. Ciò che vide subito dopo non lo avrebbe mai dimenticato. Un uomo bianco, circondato da un nugolo di sorrisi infantili, faceva comparire come dal nulla strani oggetti colorati. Poi con un cenno complice scompariva dietro una specie di tendone. Silenzio di tomba. Pochi attimi dopo un altro uomo vestito in una maniera così strana da lasciare a bocca aperta l'anziano vietnamita comparve sulla scena facendo altri strani gesti. Comprendendo che era lo stesso bianco che si era «trasformato» con una velocità clamorosa chiese lumi ai suoi vicini e si sentì rispondere. «E il mago Sales, o meglio un missionario italiano, un certo don Mantelli». Questa non é una storia inventata: il «mago Sales», al secolo don Silvio Mantelli, 53 anni, salesiano, originario delle Langhe, una laurea in teologia e pedagogia, vive a Torino dove ha lo studio al 37 di via Paisiello, presso l'istituto salesiano M. Rua e da qui parte ogni anno in vere e proprie spedizioni a favore dei bambini del Terzo Mondo. Negli ambienti dei prestigiatori la sua straordinaria abilità, i suoi occhialini rotondi e il suo smagliante sorriso sono quasi proverbiali. Organizza di continuo spettacoli che ottengono grande successo (anche 250 in un anno) tanto che per prenotarli occorre fare la ...fila sul suo affollatissimo telefonino: 0337/20.38.08. Ma come gli é venuta l'idea di «fare il mago»? «Io mi considero prima di tutto un salesiano fedele al proprio ordine e poi un prestigiatore», risponde don Mantelli, «perché grazie ai trucchi e ai travestimenti riesco a raccogliere fondi per aiutare i bambini del Terzo Mondo, ma la passione per i trucchi l'ho presa ai tempi del liceo a Torino da un ...baro». Un baro? «Era un mio conoscente un po'estroso che girava nei bar a fare giochi di carte e suonare la chitarra. Fu lui a insegnarmi le prime "astuzie" con le carte. Ci mettemmo a giocare nelle osterie facendo coppia alle carte: vincevamo sempre le consumazioni...». Così hai cominciato a pensare che attraverso i trucchi si potevano aiutare i fratelli più sfortunati. «Sai come diceva don Bosco: "Cruccio e malinconia via da casa mia". Infatti considerava l'allegria un toccasana ed eseguiva i giochi di magia imparati dai saltimbanchi nelle fiere. Io ho pensato che si potesse fare lo stesso anche ai nostri giorni: i bambini sono sempre gli stessi, con la loro innocenza e semplicità. Facendo spettacoli davanti a loro ho potuto vedere come si può spiegare il Vangelo con il linguaggio dei prestigiatori: mille fiori possono sbocciare tra le mani e far capire la parabola del seminatore. Invece due anelli di duro metallo che si intrecciano indissolubilmente "fotografano" un amore umano e sacramentale tra due creature, capace di sfidare ogni difficoltà. Ancora: due o più fazzoletti fortemente annodati tra di loro e avvolti da un bianco involucro di seta possono simboleggiare la grazia divina, e subito appaiono sciolti da ogni legame, liberi e liberanti». Don Mantelli hai fondato una scuola per maghi qui a Torino, e sei considerato uno dei migliori prestigiatori d'Italia come hai imparato i segreti del mestiere? «Dopo l'esperienza con il mio amico...baro, ho cominciato a pensare a come perfezionarmi e ho letto un libro di prestigiditazione. Così sono andato avanti per gradi». Adesso però la tua attività é "internazionale" visto che lavori in tutto il mondo. «Sono stato in tutti e cinque i continenti, viaggiando in oltre 15 Paesi facendo spettacoli davanti alle platee più svariate. Soltanto l'anno scorso sono stato in ben 9 differenti nazioni tra cui il Sud Africa, L'India, la Cambogia e il Vietnam. Ho trovato sempre calorose accoglienze che mi hanno ripagato delle difficoltà». Puoi raccontarci qualche aneddoto? «Un'infinità. Ricordo che una volta in Nigeria il re locale mi onorò della sua presenza. Si mise in prima fila, l'unico uomo fra una decina di donne. Guardò con composta allegria lo spettacolo e alla fine mi fece le congratulazioni. Poi mi indicò con un gesto orgoglioso le dieci ragazze sedute: erano tutte sue mogli. In Madagascar invece mi capitò all'arrivo all'aeroporto di essere "alleggerito" delle valigie con tutti i trucchi. Facendomi coraggio, poiché non potevo procuramene altri, inventai nuovi giochi: fu un vero trionfo. Nelle Filippine mi fu assegnato il più strano teatro che si possa immaginare: il secondo piano di una scuola allagata. Io non credevo ai miei occhi quando la vidi e mi chiesi cori che animo mi avrebbero seguito gli spettatori. Con mia sorpresa scoprii che erano capaci di astrarsi alla perfezione dai loro problemi: applaudano ai miei "numeri" senza pensare minimamente all'acqua che invadeva la strada. E i rapporti con la Chiesa locale? «In un caso un vescovo locale mi avvicinò dopo la recita: aveva un'aria solenne e pensai che non fosse d'accordo con la mia attività. Invece mi chiese se potevo... insegnargli qualche trucco. Ma al di là degli aspetti buffi, posso dire di aver sempre incontrato la massima collaborazione da parte del clero dei vari Paesi visitati. Il perché é semplice: lavoriamo entrambi per aiutare i poveri, per ridar loro la speranza. Spesso per fortuna ci riusciamo. Per farlo,però, abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti». L'incontro più emozionante? «Quello in India con Maria Teresa di Calcutta: é davvero carismatica come dicono tutti: davanti a lei feci un trucco memorabile: mi feci prestare una banconota da cinquanta rupie e sotto gli occhi attenti di centinaia di suore li "trasformai" in biglietti da 500 dollari per gli orfani locali. I miei complici invisibili erano i bambini della scuola materna di Fenegro (Como) che mi avevano offerto i fondi necessari». Ci saranno stati anche momenti di paura viaggiando in ogni angolo del Terzo Mondo. «In Perù fui da una pattuglia di soldati il cui comandante mi disse semplicemente: "Dei terroristi vogliono ucciderla. É meglio se viene con noi». Seppi poi che gli uomini di Sendero Luminoso (un gruppo di guerriglieri comunisti poi sconfitto dal governo locale, n.d.r,) progettavano la mia eliminazione perché aiutavo i poveri e loro consideravano questo "concorrenza sleale"». Questo genere di attività comporta molti sforzi naturalmente. «E spesso un lavoro faticoso perché si tratta di andare in luoghi dove manca letteralmente tutto e bisogna sapersi organizzare. Tuttavia la soddisfazione di vedere dei bambini felici ripaga di ogni amarezza. Hai avuto difficoltà con i superiori per questa tua particolare "specialità"? «Agli inizi qualcuna, ma meno di quanto si possa immaginare perché sono sempre stato fermo nel considerare la mia vocazione prima di ogni altra cosa. Inoltre i giochi di prestigiatore li ho sempre fatti per beneficenza e questo ha sgombrato ii campo da ogni equivoco». E il soprannome di «Mago Sales» lo hai preso in omaggio al tuo Ordine'? «L'idea mi é venuta da un prete orionino che si chiamava Mago Orion: per analogia ho inventato il Mago Sales. A dir la verità per un certo periodo toglievo io stesso la dicitura di "mago'' dai manifesti perché mi sembrava non del tutto ortodossa. I bambini però continuavano lo stesso a chiamarmi così e alla line ho ripreso il vecchio nome». I tuoi spettacoli "italiani' li fai solo a Torino? «No, al contrario. Giro molto dovunque mi richiedono e lavoro moltissimo negli oratori del Veneto e della Lombardia. li contatto con gli oratori é sempre piacevole, anche perché trovo che ci sia sempre da imparare nel contatto con gli altri. I bambini europei sono più smaliziati di quelli degli altri continenti, ma restano ugualmente incantati davanti ad una girandola di travestimenti. Comunque se qualcuno ha bisogno di due ore di magia allestite in qualsiasi posto, all'aperto o al chiuso, può sempre chiamarmi a questi numeri: 011/24.81.101. - 24.81.1 19 - 0337/20.38.08 Questa attività di "mago" ti ha permesso di aiutare moltissimi bambini. Adesso però hai creato un'associazione per soccorrerli in modo ancora più efficace. Vuoi parlarne? «Si tratta di un'iniziativa per raccogliere fondi per l'infanzia del Terzo Mondo. Per farlo recentemente ho creato L'«Associazione Mago Sales» che ha diversi scopi: propagandare l'interesse e la passione per il teatro magico e cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi riguardanti la povertà. La proposta dell'associazione é di aiutare, attraverso la raccolta di libere offerte e mediante i proventi dei miei spettacoli di magia in Italia il maggior numero di bambini a vivere più decorosamente. L'indirizzo per le offerte é: Associazione Mago Sales C/o Don Silvio Mantelli via Paisiello 37 - 10154 Torino. Il numero del conto corrente postale é 37533106». Dice un poema tradizionale Yorubà (Nigeria): «Bambini della casa, vecchi della casa, uomini, donne, giovani e vecchi. chiunque vede un bambino appena nato deve essere contento. Io sono un bambi-no appena nato: venite a giocare con me». Maurizio Lami

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