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 Il salesiano prestigiatore
il Nostro Tempo   Domenica, 19 Novembre 1989 00:00
 
Incontriamo il Mago Sales nel suo laboratorio, il Teatro magico «L'oca nel cilindro», una stanza seminterrata in via Servais, a Torino. Pare di entrare in un piccolo antro magico: pochi metri quadrati e un palco circondato da foulard variopinti, cappelli, anelli intrecciati, monete, mazzi di carte, costumi, corde, fiori finti ed ogni sorta di trucchi magici, tutti disposti in bell'ordine sugli scaffali. Il Mago Sales, al secolo don Silvio Mantelli, salesiano, ha iniziato la professione di prestigiatore molti anni or sono, quando era ancora in seminario: «Noi tutti chierici si doveva fare esperienza in oratorio, con i ragazzi», ricorda don Silvio. «Tra i miei compagni c'era chi giocava bene al pallone e chi sapeva suonare e cantare. Io non ero molto bravo in queste cose, mi piaceva recitare e fare alcuni semplici trucchi e fu così che cominciai ad improvvisare qualche spettacolino». Usando, alla maniera di Don Bosco alcuni trucchi «magici» per attirare l'attenzione dei ragazzi. Da allora ha cominciato a frequentare altri maghi, professionisti, ma anche semplici appassionati come lui, «rubando» il mestiere dall'uno o dall'altro. Quindi le prime esibizioni davanti ai ragazzi degli oratori da cui è nata l'idea di fondare il suo teatro-studio «L'oca nel cilindro», dove insegna ai ragazzi i primi rudimenti di prestigiditazione accompagnati da lezioni di recitazione, scenografia, psicologia del pubblico, musica e mimo,tutte componenti fondamentali dei suoi spettacoli. Il Mago Sales è un mago burlone, usa trucchi estremamente semplici che a volte sbaglia appositamente: «Non voglio ostentare numeri d'alta scuola, deve essere sempre un gioco per far sorridere, mai un'esibizione. C'e fin troppo protagonismo oggi». Così sono i suoi personaggi: un bislacco pirata, una strega cattiva, un pagliaccio magico, un timido cinese, un arabo misterioso, un vecchio mago un po' rimbambito, tutte figure fantastiche, ma molto semplici e per questo care ai ragazzi. «Inoltre, anche durante gli spettacoli, cerco sempre di non dimenticarmi che prima di tutto sono un sacerdote e che la mia prima missione è quella di predicare il Vangelo». Ma il Mago Sales ha un modo tutto suo di predicare la vita di Gesù: parlando di Zaccheo, per esempio, e della avidità di questo personaggio don Silvio trova «magicamente» nelle tasche dei ragazzi alcune monetine. Oppure, mentre presenta la parabola del buon seminatore, d'un tratto compare un mazzo di fiori. «La fantasia è importante; la fede cristiana è basata su alcuni atti di fede che si devono compiere per accettare un mistero, e a nulla vale qualsiasi tentativo di spiegazione razionale. Io, con le mie magie, cerco di aiutare i ragazzi a compiere l'atto di fede, solleticando e mantenendo viva la loro fantasia e la loro capacità di stupirsi dinnanzi ad un fiore o a un cielo stellato». Andrea Vico

Il salesiano prestigiatore

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