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 Il prete mago
cammino   Giovedì, 01 Giugno 1995 00:00
 
Dopo anni di onorata "carriera" in Italia, ha messo trucchi, costumi, bacchetta e cilindro magico in due grosse valigie ed è partito a portare il suo spettacolo in giro per il mondo. Ha fatto ridere le timide ragazzine delle Ande boliviane, ha divertito i ragazzi delle favelas brasiliane, ha trascinato nel gioco i vivaci bambini dei villaggi africani in Nigeria, Kenya, Madagascar. Ultimamente ha allietato intere scolaresche delle Filippine e ha affascinato migliaia di giovani nelle missioni di Macao, di Hong Kong, dell'Indonesia. Prossimamente sarà in India e in Vietnam. II suo ultimo viaggio nelle isole Filippine e in Cina può essere considerato come un cammino a ritroso sui sentieri del mistero e del magico primordiale. L'oriente ha sempre richiamato in tutti noi un fascino particolare. In Cina, ad esempio, sembra siano nati i primi maghi della storia, con i loro giochi di prestigio ancora validi tutt'oggi. Dalle isole Filippine, poi, ci giunge continuamente notizia di miracolosi guaritori che opererebbero con il solo mezzo delle mani, asportando viscere e tumori, per poi annullare ogni traccia di ferita con un semplice tocco delle mani. Ma al di là di questa naturale curiosità, resta fondamentale la scelta del mago Sales di incontrare e far sorridere i bimbi della terra... soprattutto delle terre lontane. E che i siano lontane quelle terre non lo prova solo il fatto delle 17 ore di volo, ma soprattutto la diversa e sofferta situazione sociale in cui si trovano a vivere quelle popolazioni. Con tutto ciò, anche in questo ultimo viaggio, il mago Sales ha subito il fascino della giovanissima popolazione delle Filippine (l'età media si aggira sui 2) anni). Una bella differenza con la nostra Europa, vecchia in tutti i sensi, anche in quello più vistoso dell'età. In queste isole, povere di storia, ma ricche di giovani, il mago Sales si è intrattenuto con piccoli e grandi in una trentina di spettacoli, quasi improvvisati nelle località più disparate, dalle scuole rigurgitanti di migliaia di giovani, alle comunità di narcocenter delle grandi metropoli, dai villaggi montani del nord con le risaie a terrazzo, alle spiagge delle isole del sud. In realtà, come sempre, il primo a divertirsi è stato lui, di fronte all'ingenuità di quella massa imponente e immobile di ragazzi, che sgranavano gli occhi davanti al fiume immaginifico di trucchi e trasformismi. Dappertutto è stato accolto con grande gioia e simpatia, ma soprattutto dal sorriso divertito dei più piccoli. In particolare ricorda uno spettacolo a San Fernando, a nord di Manila, nella grande isola di Luzon. Qui il vulcano Pinatubo ha lasciato ampie tracce del suo cammino devastante. E tuttora continua, trascinando a valle fango e detriti vari. II mago Sales ha così fatto il suo spettacolo di magia al secondo piano di un ampio caseggiato. Strano a dirsi e a vedersi, ma i giovani spettatori non sembravano affatto spaventati dall'acqua che ormai stagnava a piano terra, quanto piuttosto erano ammirati dai giochi di prestigio del bravo mago. Potenza della magia che, se non annulla disagi e disgrazie, ne fa dimenticare, almeno per un attimo, il triste sapore. Questa non è che una delle tante avventure vissute dal mago Sales durante i suoi viaggi. In Perù ad esempio i campesinos lo hanno accompagnato per timore che i terroristi di "Sendero luminoso" lo aggredissero. In Madagascar gli hanno rubato le valige con dentro i giochi, così ha dovuto inventare nuovi trucchi. Ma altrove ha visto in faccia la disperazione del Terzo mondo. É successo per esempio in Nigeria, dove ha visto città enormi, veri e propri serbatoi di disperazione. II senso dei suoi spettacoli presso i popoli africani è anche quello di invitare i giovani ad uscire da questa logica di alienazione. Soprattutto, però, il mago Sales ha avuto grandi soddisfazioni. Pensate che, in un villaggio del centro Africa, il re ha voluto assistere in prima fila al suo spettacolo, circondato da tutte le sue mogli. E il vescovo di un'isola dell'Indonesia, prima che il mago Sales ripartisse per l'Italia, ha voluto addirittura che gli lasciasse gran parte dei suoi giochi, per ripeterli lui stesso. Ma, fra le tante belle esperienze vissute in questi ultimi anni, il mago Sales ricorda con nostalgia e attaccamento affettivo il suo incontro nell'estate del 1993 con un malato di lebbra in Brasile, nel grande ospedale giardino di Campogrande. Il suo nome era Lino Villachà. Allora la lebbra lo aveva praticamente distrutto: aveva perso gli arti inferiori, era stato amputato delle mani e in quell'anno era diventato muto. Con tutto ciò non aveva perso il coraggio e la gioia di vivere e volle essere sistemato in prima fila insieme ai bimbi, per assistere allo spettacolo del mago Sales. Il giorno dopo, attraverso l'esperienza di un piccolo spettatore, un bimbo abbandonato dai propri genitori perché lebbroso, scrisse il seguente racconto: IL PRETE MAGICO «I bambini si sedettero sul pavimento attorno al palco per vedere più da vicino lo spettacolo. Paolino era ansioso. I suoi occhi brillavano nella grande attesa... quando il magico, con la lunga barba, con cappello e mantello ornato di stelle salì sul palco. Prese con sé un bambino e collocò nella sua mano un oggetto.Gli girò intorno un paio di volte danzando..., ritirò il drappo e vide che nella mano del bambino era sbocciato un mazzolino di fiori. Incredibile! Pensò Paolino.Ora da un tubo il magico tirò fuori drappi colorati, ognuno di un colore diverso. Poi li posò tutti in un sacco.Lo rigirò, lo toccò con la sua bacchetta magica e ne fece uscire un grande lenzuolo formato da tutti i drappi colorati che vi aveva messo... "Come è possibile...".Uscirono poi dalle mani del magico degli anelli lucenti e si univano nell'aria incatenati gli uni agli altri. Le sue mani facevano cose straordinarie."Sarà che possa fare che la mamma mi voglia bene e che mi accetti di nuovo a casa?", pensava Paolino che non sa più dove andare dopo essersi ammalato! Ecco viene il magico trasformando con le sue mani i palloncini in fiori o in una corona che collocò sulla testa di un piccolo. Una suora scese dal palco coll'aureola di una santa... Paolino sognava... Desiderava incontrare,un nuovo papà e una nuova mamma che lo accogliessero come figlio. E intanto lo show stava terminando. Il magico adesso è di nuovo prete. Il suo migliore miracolo ora è di far uscire dal fondo degli uomini tristi una fiamma di speranza e di fiducia. Accendere la luce sul cammino delle persone perse. La sua maggior magia che nessuno vide fu di far sbocciare nei cuori increduli un poco d'amore vicendevole e così farci incontrare l'allegria di vivere e di essere incantati dalla vita». Lino morirà l'anno seguente a primavera, ma la sua poesia è penetrata profondamente nel cuore del mago Sales che, sulle note di un poema tradizionale Yorubà, interpreta ora la magia come un momento di festa gioiosa. "Bambini della casa, vecchi della casa, uomini, donne, giovani e vecchi, chiunque vede un bambino appena nato deve essere contento. Io sono un bambino appena nato: venite a giocare con me". (Naturalmente l'intervista è mia, l'intervistato sono io e l'intervistatore sono sempre io... Ma tutto quello che avete letto è autenticamente vero. Auguro a tutti voi altrettante felici esperienze. ) Mago Sales

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